Il NARRATOR CORTESE

Aproffitando del Fantasmascopio di Robertson, la macchina pre-cinematica macchina fabbrica sogni così antica che sembra moderna, la compagnia racconta in modi “garbati” una storiella nota, che circola verso sera, fin dal ‘600, per bocca di genitori premurosi nelle camerette da letto di ogni rispettabile bambino europeo: Cappuccetto Rosso. Densa di avvertimenti e presagi, è certamente un terreno fertile per chi vuole far nascere nel pubblico brividi e sensazioni, domande e non risposte.

“Il Narrator Cortese”

Se scappi ti acchiappo, se mi cerchi ti sfuggo,
parrebbe una storia d’amore, se il narratore,
lasciando, rosso in volto, tutti di stucco,
non interpretasse i personaggi con il loro dolore.

Inventa e illude, con una macchina perfetta,
quella della fantasia. Non solo:
ci riporta alla memoria la cosa che aspetta,
nel solaio del cinema che è dell’immagine sorvolo,

una macchina d'indietro,
nella parte nascosta di cappuccetto e di Lui, lupo,
della nonna e dalla mamma, usato come metro
per raccontar, cortesemente, un destin molto cupo.